La città di Verona
Piantina del centro città di Verona, con indicate le vie e le piazze |
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Vista dalla mia terrazza sulla Torre dei Lamberti. Sullo sfondo il santuario della Madonna di Lourdes, il forte di S. Mattia (Sede ARI Verona), il campanile del Duomo |
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Bella fotografia notturna della stella di Natale che parte dall'Arena di Verona e finisce in piazza Brà |
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Un po di dati
Stato: bandiera Italia
Regione: Veneto
Provincia: stemma Verona
Coordinate: 45°26′17.37″N 10°59′37.47″E / 45.4381583, 10.9937417
Altitudine: 59 m s.l.m.
Superficie: 206,64 km²
Abitanti: 265.246 2008
Densità: 1282,8 ab./km²
CAP: 37100
Pref. telefonico: 045
Codice ISTAT: 023091
Codice catasto: L781
Nome abitanti: veronesi o scaligeri
Santo patrono: san Zeno e san Pietro Martire
Giorno festivo: 21 maggio e 29 aprile
Un po di storia (By Wikipedia)
Verona è stata abitata fin dalla preistoria con alcuni insediamenti sull'altura che domina il fiume Adige: il colle San Pietro. Si dibatte ancora oggi su quale sia la popolazione che ha dato vita al primo insediamento in zona: l'ipotesi più accreditata vede all'origine un insediamento della popolazione dei Reti, tesi sostenuta anche dallo scrittore romano Plinio il Vecchio, oppure una popolazione di Galli Cenomani, ipotesi sostenuta invece da Tito Livio. Altre ipotesi parlano di un'improbabile origine etrusca (dovuta alla presenza in zona degli Arusnati, popolo di origine incerta e da alcuni ritenuto etrusco) e, infine, l'ipotesi paleoveneta afferma che la città sarebbe stata fondata dalla popolazione locale degli Euganei.
Fu, però, solo con la fondazione della colonia romana nell'ansa dell'Adige (89 a.C.) che iniziò il periodo di grande splendore della città. Da piccolo e sconosciuto insediamento, i romani ne fecero un capolavoro d'arte costruendo grandi monumenti, alcuni ancora oggi visibili. La città fu in seguito particolarmente utilizzata nel III secolo d.C., come base militare da utilizzare contro i barbari, e venne rafforzata dall'imperatore Gallieno, che fece ampliare le mura cittadine.
Dal V al XII secolo Verona passò in continuazione sotto il dominio di popolazioni barbare: dai Visigoti di Alarico I e le distruzioni portate da Attila, passando per il dominio degli Ostrogoti di Teodorico il Grande, fino ad arrivare all'occupazione dei Longobardi guidati da Alboino. Nel 774, proprio a Verona, i Franchi di Carlo Magno sconfissero l'ultimo re dei Longobardi, Adelchi, fatto che decretò la fine del periodo Longobardo.
Dal 1136 Verona divenne Comune, entrando in una fase di transizione dal feudalesimo. Da allora si susseguirono svariate guerre e la città fu spesso utilizzata come fortezza. Dominata inizialmente da Ezzelino da Romano, passò poi tra le mani degli Scaligeri (1262), che ampliarono notevolmente la città e i suoi domini. Dal 1387 Verona divenne territorio dei Visconti, quindi dei Carrara, ed infine, nel 1405, della Serenissima. Sotto il dominio di Venezia seguirono quasi quattro secoli di relativa pace, con una breve ma sanguinosa parentesi (1509-1516) al tempo della guerra della Lega di Cambrai, quando la città fu occupata dalle truppe imperiali.
Nel 1796 la città venne conquistata dalle armate di Napoleone, che nel 1797 la cedette agli austriaci con il Trattato di Campoformio, dopo che la città aveva tentato una coraggiosa rivolta antifrancese (le Pasque Veronesi). Col successivo Trattato di Lunéville (1801) Verona venne divisa in due lungo il corso dell'Adige: la parte destra ai francesi, la sinistra (che i francesi chiamarono dispregiativamente Veronette, da cui il nome Veronetta[16]) agli austriaci, e così rimase fino al 1805 quando questi ultimi cedettero l'intero Veneto alla Francia.
Con il Congresso di Vienna (1815), Verona fu stabilmente in mano austriaca e lo resterà fino al 1866, diventando il vertice strategicamente più importante del Quadrilatero, l'area di maggiore importanza militare asburgica che doveva fungere da cuscinetto contro gli assalti dei Piemontesi che miravano alla conquista del Lombardo-Veneto austriaco.
La storia di Verona italiana ebbe inizio il 16 ottobre 1866 con la conquista del Veneto da parte dei Savoia a seguito della terza guerra di indipendenza: di qui in avanti la città passò un periodo di relativa tranquillità, supportato però da una crisi economica che durò fin dopo la seconda guerra mondiale, e che ebbe come principale conseguenza l'emigrazione di centinaia di migliaia di veronesi.
Nel 1882 Verona fu colpita da una tremenda alluvione, e l'Adige allagò buona parte della città. Negli anni successivi, per proteggere la città da altre piene, vennero edificati i cosiddetti muraglioni, e la città dovette così rinunciare ad uno dei suoi aspetti più caratteristici, di "città che viveva sull'acqua".
Durissima fu la parentesi della seconda guerra mondiale, durante la quale fu una delle città più colpite dai bombardamenti. Dopo la caduta del fascismo (1943), Verona era infatti diventata centro nevralgico dei "repubblichini" nazifascisti. Il processo intentato contro Galeazzo Ciano e altri gerarchi fascisti accusati di aver tramato con Badoglio per far arrestare Mussolini, decretò l'esecuzione sommaria della "fronda" sulle rive dell'Adige.
Con esso il regime di Salò divenne, se possibile, ancora più violento e persecutorio. L'attuale santuario di Lourdes sul colle di san Leonardo (protettore dei carcerati), già sede di una chiesa omonima dal XII secolo, espropriato da Napoleone e trasformato dagli austriaci nel 1838 nel fortilizio di San Leonardo, fu trasformato nel 1943 in carcere politico adibito alla persecuzione di cittadini ebrei, antifascisti e prigionieri di guerra.
Nel secondo dopoguerra, con l'ingresso dell'Italia nella NATO, Verona acquistò nuovamente importanza strategica, vista la relativa vicinanza della cortina di ferro. La città divenne sede del Comando delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (FTASE) e vide per tutto il periodo della guerra fredda una forte presenza militare, soprattutto statunitense, che sta scemando solamente in questi ultimi anni.
Oggi Verona si presenta come un'importante e dinamica città, economicamente molto attiva, e anche meta turistica di rilievo grazie alla sua storia millenaria, ove il passato romano convive a fianco della Verona scaligera, che per molti versi ne riprende i motivi architettonici e artistici.
Geografia
Situata a 59 metri sul livello del mare, ai piedi del colle San Pietro, l'appendice meridionale dei monti Lessini, la città sorge lungo le rive del fiume Adige, nel punto in cui questo entra nella pianura Padana e forma un caratteristico doppio meandro, ad una trentina di chilometri ad est del lago di Garda.
Anticamente la città è stata punto nodale di ogni sistema di trasporto terrestre e acquatico dell'Italia nord-orientale. Al tempo dei romani, infatti, era il punto di incontro di quattro strade consolari: la via Gallica, la via Claudia Augusta, il Vicum Veronensium e la via Postumia. Ancora oggi Verona costituisce un importante nodo geografico - stradale, ferroviario ed autostradale - in quanto è situata al crocevia tra le direttrici che provengono dall'Italia centrale e nord-occidentale con il passo del Brennero.
Per quanto riguarda il rischio sismico Verona è classificata nella zona 3 (ovvero bassa sismicità) dall'Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003.[4]
Clima
Verona ha un clima che varia molto durante l'anno: di tipo dominante submediterraneo d'estate, soprattutto per via dell'influenza del lago di Garda, con umidità e temperature solitamente piuttosto elevate, a dominante continentale d'inverno, con umidità elevata e temperature rigide. Proprio l'elevata umidità invernale provoca il fenomeno, sempre meno frequente, delle nebbie, che si verificano per lo più a partire dal tramonto fino a tarda mattina. Le temperature medie di luglio si mantengono superiori ai 24 °C, mentre la temperatura media a gennaio è di circa 1 °C.
Le precipitazioni si concentrano tra fine aprile e inizio giugno, e tra ottobre e inizio novembre, con un picco ad agosto, che si è dimostrato in media il mese più piovoso dell'anno. L'inverno, da fine novembre fino a marzo, è il periodo meno piovoso, con una media di poco superiore ai 50mm per mese, nonostante sia il periodo più umido.
Dal punto di vista legislativo, il comune di Verona ricade nella Fascia Climatica E con 2468 gradi giorno, dunque il limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile.
Idrografia
L'Adige oggi scorre a Verona all'interno di possenti muraglioni, argini costruiti dopo la terribile alluvione del 1882, per proteggere la città da altre piene. Esso ormai si limita ad attraversare la città rinchiuso tra i muraglioni, ma fino a tempi relativamente recenti Verona era una città particolarmente legata al suo fiume, per via delle numerose attività commerciali e industriali che la sua notevole portata consentiva di svolgere. L'Adige era una via di comunicazione di primaria importanza, navigabile fino a Trento: è stato utilizzato sin dall'antichità per il trasporto di merci, ed il suo tragitto era quindi servito da approdi, da caselli daziari, da torri utilizzate per sostenere catene, tese da una parte all'altra del fiume per trattenere le merci (a Verona è ancora presente quella a monte della città, mentre quella a valle è andata persa), e da castelli e forti. Un tempo Verona e i borghi che si affacciavano sul fiume avevano un'economia collegata direttamente alla presenza dell'acqua: lungo le sue rive venivano lavorati i blocchi di marmo e il legname che venivano poi trasportati dalle sue acque, sorgevano cantieri navali, numerosi mulini galleggianti, idrovore, depositi merci, piccole industrie e attività artigianali.
Esso formava inoltre alcuni rami secondari, oggi non più esistenti: presso il teatro romano si staccava sulla sinistra il ramo dell'Acqua Morta, così detto per il lento fluire delle sue acque, che si ricongiungeva al ramo principale al Ponte Navi, formando il cosiddetto Isolo. L'Adigetto, detto anche Rofiól, era invece un largo fossato ampliato in età medievale a scopo difensivo, che si staccava dall'Adige appena fuori Castelvecchio e costeggiava a sud le mura comunali, gettandosi quindi nuovamente nell'Adige. Grazie ad esso la città, allora quasi tutta compresa all'interno dell'ansa dell'Adige, era di fatto un'isola, difficilmente espugnabile. Un altro corso d'acqua è il Lorì, brevissimo fiumiciattolo che sgorga da una risorgiva presso il sobborgo di Avesa ed entra nell'Adige dopo pochi chilometri, noto soprattutto in relazione alle lavandare di Avesa, che qui si recavano in passato a lavare i panni per conto degli alberghi, degli ospedali e dei cittadini benestanti dell'intera città. Ma oltre a questi rami vi erano anche i vò, più di settanta collegamenti che garantivano lo scambio tra acqua e area abitata.
Caratteristici erano i mulini, costruiti su di una piattaforma o pontone galleggiante, in modo da potersi adattare al variare del livello delle acque. Sul pontone si trovavano la ruota a pale e un capanno di legno che ospitava la macina, mentre un ponticello detto peagno li collegava alla riva. Documentati fin dal medioevo, molti di essi erano controllati dai vari monasteri locali, che anticamente avevano il diritto di sfruttamento delle acque del fiume; gruppi di mulini si trovavano in particolare presso San Zeno, San Giorgio in Braida e a Sottoriva. Il loro numero aumentò nei secoli fino a superare le 400 unità nel corso del XIX secolo, per poi calare sensibilmente a causa della crescente industrializzazione, fino alla totale scomparsa all'inizio del Novecento.
La piena del 16 settembre 1882, che invase buona parte della città distruggendo centinaia di case, due ponti e causando diverse vittime, costrinse a modificare profondamente l'assetto dei corsi d'acqua; molte di queste opere furono costruite nel periodo 1882-1895 e mutarono per sempre l'aspetto della città. L'alveo dell'Adige fu ampliato e ripulito, vennero edificati i cosiddetti muraglioni lungo tutta la città mentre furono chiusi l'Adigetto e il ramo dell'Acqua Morta. Per deviare una parte delle acque si realizzò il canale industriale Camuzzoni (dedicato all'omonimo sindaco in carica dal 1867 al 1883), che partendo dal Chievo (dove nel 1923 sarà realizzata anche una diga) percorre 7,5 km in direzione sud-est fino a rientrare nell'Adige a valle della città.
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Ultimo aggiornamento 21/10/2008 By Luca Zecchinato Verona ITALY